Nel 1919, l’architetto Walter Gropius fondò la scuola Bauhaus a Weimar, con l’obiettivo di contrastare i prodotti di serie.
Intendeva offrire alternative alla produzione industriale, che fossero allo stesso modo moderne, economiche e funzionali.
Con questa scuola, , per “creare una nuova corporazione di artigiani, senza le distinzioni di classe che sollevano una barriera arrogante tra artigiano e artista”, come si può leggere nel suo Manifesto, al cui interno non utilizza mezzi termini e dichiara:
“Architetti, scultori, pittori – dobbiamo tutti tornare al mestiere!”
Attraverso una combinazione di influenze del modernismo, del movimento inglese Arts and Crafts e del costruttivismo, l’architetto Gropius promosse l’idea di un design funzionale che servisse la comunità.
Bauhaus e il design moderno e semplice
Il principio progettuale basilare del movimento della scuola Bauhaus era “la forma segue la funzione”.
Secondo questa idea, le forme geometriche semplici ed eleganti venivano progettate in base alla funzione o allo scopo previsto di un edificio o di un oggetto.
L’architetto Gropius credeva fermamente che la costruzione dovesse essere “l’obiettivo finale di tutta l’attività artistica”.
Ecco perché i suoi studenti non lavoravano solo nei seminari universitari, ma venivano mandati anche ai cantieri, dove esplorare da vicino la teoria tipica del design, del colore e dei materiali del Bauhaus.
Grazie a queste esperienze, gli studenti progettarono mobili e oggetti semplici di uso quotidiano, tenendo in considerazione ciò che più contava: mantenere una raffinata eleganza.
Molti prototipi sono entrati nella produzione di massa, come la carta da parati Bauhaus, prodotta dalla ditta Rash di Hannover e la famosa lampada da scrivania nera Kandem della designer Marianne Brandt.
La carta da parati riscosse molto successo, grazie alla sua tinta unita senza disegni o trame particolari, capace di adattarsi ad ogni tipo di ambiente.
Ancora oggi è in commercio, anche se ha subito diverse modifiche.
La lampada Kandem, invece, è stata copiata da molte aziende, che l’hanno resa economicamente più accessibile ad una gamma più ampia di clienti.
L’uniformità del design Bauhaus ha tre criteri di base:
- l’enfasi sul volume puro;
- la regolarità modulare;
- evitare la decorazione sovrapposta.
Il colore era disapprovato, mentre dovevano essere evidenziati materiali naturali per facciate e strutture dai profili metallici.
Bauhaus e l’urbanistica
Il design architettonico del Bauhaus si sviluppa anche nell’urbanistica, con le nuove case destinate ad alleviare la carenza di alloggi dilagante in molte città.
L’architetto Gropius voleva risolvere i problemi degli edifici urbani progettando costruzioni di massa, ovvero complessi residenziali totalmente standardizzati, composti da un numero limitato di elementi costruttivi, tutti realizzati in fabbrica.
Nel 1923, vengono mostrati i prototipi per la Bauhaussiedlung, intervento residenziale alla periferia di Weimar, come i primi lavori della scuola in materia di urbanistica e di edilizia sovvenzionata.
Accanto ai modelli di studio delle case costruite a nido d’ape chiamate “Wabenbau”, si affiancano quelli di case unifamiliari, realizzati dallo stesso Gropius.
Tra questi, spicca la casa realizzata con il sistema del “Baukasten im Grossen” – letteralmente, kit di costruzione in grande – dove sei blocchi residenziali possono essere assemblati in modo diverso a seconda del numero degli abitanti.
La portata innovativa fu elevata, tuttavia le tensioni politiche portarono a diverse chiusure della scuola.
Nel 1925, una disputa con il nuovo governo conservatore nello stato della Turingia costrinse la scuola a trasferirsi a Dessau, stabilendo un anno dopo la sua sede in un nuovo edificio progettato da Gropius, leggero e arioso con la sua facciata di vetro.
Quando i nazisti ottennero il controllo del consiglio comunale lì, la scuola chiuse di nuovo nel 1932 e fu riaperta a Berlino, per essere richiusa definitivamente nell’aprile 1933, sotto la pressione del regime nazista, che criticava il Bauhaus per la produzione di “arte degenerata”.
La diffusione del Bauhaus e il suo centenario
Anche se la scuola Bauhaus era chiusa, diversi membri – dopo essere fuggiti dalla Germania – continuavano a diffonderne i concetti idealistici.
Molti architetti ebrei della scuola Bauhaus hanno contribuito alla realizzazione della Città Bianca di Tel Aviv, dove circa 4.000 edifici sono stati progettati in stile Bauhaus e nominati patrimonio culturale mondiale dell’Unesco.
Sebbene molte persone oggi tendano ad associare i mobili moderni, economici e modulari a Ikea, il concetto non è nato in Svezia, ma è ispirato alle opere classiche dei designer Bauhaus.
Dopo 100 anni dalla sua fondazione, lo stile architettonico del movimento Bauhaus tedesco è ancora iconico e rilevante, il suo design non ha perso impatto ed è oggi considerato una delle più significative esportazioni culturali tedesche del XX secolo.