Einstein affermava che “Ogni cosa si possa immaginare, la Natura l’ha già creata” ed è su questo pensiero che, negli ultimi anni, si stanno focalizzando anche il design e l’architettura.
Sviluppare progetti basandosi sulla biomimetica significa comprendere i meccanismi del funzionamento dei processi naturali per applicarli alle creazioni umane.
Questo sistema permette di realizzare edifici e complementi d’arredo più sostenibili, con un minore impatto ambientale e migliori termini di adattabilità.
Il concetto di biomimetica non è una tendenza recente, già Leonardo Da Vinci aveva sviluppato molti suoi progetti proprio basandosi sullo studio della natura e degli animali.
Negli ultimi anni, si sta diffondendo e evolvendo sempre più anche in campi come la chimica, la biologia, l’architettura, l’ingegneria, la medicina e l’ingegneria biomedica.
Questo è possibile anche grazie alle nuove tecnologie come linguaggi di programmazione e codificazione, modelling e stampa 3D, capaci di riprodurre le strutture cellulari degli organismi e i sistemi di organizzazione degli habitat naturali.
Vediamo nel dettaglio cos’è la biomimetica, focalizzandoci sulle sue applicazioni in campo architettonico e di interior design.
Biomimetica: definizione
Il termine “biomimetica” ha origine dalle parole greche “bios” (vita) e “mimesis” (imitare), tuttavia la sua definizione non è così letteralmente semplice.
Per spiegare meglio il significato di biomimetica sarebbe corretto dire che si tratta di una forma creativa di tecnologia, capace di utilizzare o imitare la natura per migliorare la vita umana.
Il concetto alla base dell’uso della biomimetica è che non esiste un modello migliore della natura al quale ispirarsi per la realizzazione di qualcosa di nuovo e funzionale in molti settori.
Questo modo di pensare ha prodotto ottimi risultati in termini di produttività e funzionalità, eliminando gli sprechi e risparmiando sulle spese di ricerca.
Vediamo, ora, alcuni esempi di biomimetica applicata all’architettura e al design.
Biomimetica: applicazioni
Abbiamo accennato che la biomimetica può essere applicata a vari settori come la chimica, la biologia, l’ingegneria, la medicina e l’ingegneria biomedica, tuttavia in questo articolo tratteremo le sue applicazioni in campo architettonico e nell’interior design.
Architettura
L’esempio più notevole di architettura biomimetica è il termitaio alto 6 metri nelle praterie africane.
Questi nidi sono costruiti con terra, corteccia d’albero, sabbia e saliva delle termiti, ma sono più solidi del cemento.
Le termiti sono estremamente sensibili al calore, tuttavia anche quando la temperatura esterna ai termitai raggiunge i 40° C, i nidi mantengono una temperatura interna di 30° C.
Il raffreddamento è possibile grazie a una serie di canali scavati nel sottosuolo, che creano un ambiente ventilato capace di autoregolare la temperatura e mantenerla costante.
Questo sistema è stato l’ispirazione per l’architetto sudafricano Mick Pearce, in collaborazione con lo studio ingegneristico Arup ad Harare, capitale dello Zimbabwe.
Prendendo atto di queste caratteristiche dei nidi di termiti, hanno realizzato l’Eastgate Center, un centro polifunzionale, prima struttura di raffreddamento completamente naturale al mondo.
Questo edificio ha dei fori sul tetto e ai piani inferiori per consentire la ventilazione naturale, simile a ciò che accade in un termitaio, consentendo all’aria calda di uscire dal tetto e permettendo all’afflusso di aria fredda dal fondo di arieggiare l’edificio.
Non è presente nessun impianto di climatizzazione!
Pertanto, il tasso di consumo energetico di questo edificio è <10% rispetto ad edifici di uguali dimensioni, poiché viene mantenuta una temperatura interna di 24° C anche quando esternamente è superiore a 38° C.
Questo è solo uno dei tanti esempi nei quali la biomimetica aiuta l’uomo nella realizzazione di progetti efficienti e funzionali.
Interior Design
Per quanto riguarda l’interior design, l’utilizzo della biomimetica si sta evolvendo sempre di più grazie alle nuove tecnologie come la stampa 3D.
Un esempio è il lavoro dell’eclettica professoressa del MIT di Boston e designer israeliana, Neri Oxman, che grazie a una stampante 3D Stratasys a triplo getto, realizza prodotti ispirati alla biomimesi.
Dai tessuti organici agli elementi d’arredo, come la chaise-longue Gemini che, riprendendo la forma di un guscio e una combinazione di 44 materiali digitali capaci di riprodurre i punti sensoriali del corpo umano, dovrebbe ricreare un habitat che “rimanda al ventre materno”.
Riguardo ai complementi d’arredo, troviamo delle applicazioni della biomimetica anche per le tende.
Il Qatar Cactus Building e la cupola botanica adiacente, progettati da Bangkok Aesthetics Architects, prendono spunto dai cactus e dal modo in cui sopravvivono con successo in ambienti caldi e asciutti.
L’edificio è stato progettato per essere molto efficiente dal punto di vista energetico e utilizza tende alle finestre.
A seconda dell’intensità del sole durante il giorno, le tende possono aprirsi o chiudersi per tenere fuori il caldo quando è eccessivo.
Il meccanismo è simile a quando il cactus traspira di notte piuttosto che di giorno per trattenere l’acqua, un altro grande esempio di biomimetica.
Conclusioni
Come per molte grandi idee, la biomimetica è partita dalla semplice imitazione di organismi naturali e, nel tempo, si è evoluta attraverso l’integrazione e la combinazione con la scienza e l’ingegneria moderne per scoprire nuovi materiali, applicazioni e modi alternativi di produzione.
Utilizzando la biomimetica, la speranza è quella di riuscire a creare un futuro più stabile e produttivo, in cui i prodotti siano più biodegradabili e più compatibili con la natura.